Vinicio Berti
(Casellina di Scandicci – Firenze 11 giugno 1921 – Firenze 18 settembre 1991)
Nota biografica a cura di Marzia Galardini
Riporto quì integralmente la sua biografia (da lui redatta) che si trova nel catalogo “Vinicio Berti – Dipinti e Disegni dal 1941-1981″ Limonaia di Villa Vittoria – Palazzo dei Congressi- 16 Maggio/16 Giugno 1984 a cura di Alessandro Lazzeri.
“Nato a Firenze nel 1921. Vive e lavora a Firenze. Ha fatto studi tecnico industriali e artistici. Dopo un primo momento di esperienze varie, disegnative e pittoriche, dal 1942 inizia, con opere di carattere realista-espressionista, la sua partecipazione al movimento di rinnovamento dell’Arte contemporanea italiana. Dal 1942 al 1945 Vinicio Berti esegue molti lavori e vari quadri con i quali, informa avanzata, esprime la realtà durante la guerra e dell’immediatp dopoguerra. All’inizio del 1945 con altri amici, dà vita al giornale “Torrente” nel quale si propone un’arte e una letteratura in funzione politica rivoluzionaria di diretta espressione della vita, fuori dagli schemi idealistici, comodo rifugio di tanta cultura di evasione.
Nel 1946 fonda con altri pittori e letterati, il movimento “Arte d’oggi” che per anni raggrupperà alcuni dei maggiori artisti italiani del momento. All’interno di “Arte d’oggi” Berti è tra i più attivi a reagire, da un lato alle imposizioni teoriche favorevoli ad un’arte realistapopulista antiproletaria, dall’altro lato alle rielaborazioni forzose del formalismo intimista piccolo-borghese, opponendosi prima, nel 1946, provvisoriamente con opere neo-cubiste neo-futuriste, poi iniziando decisamente nel 1947 a dipingere astratto.
All’inizio sono opere classificabili in ambito di generale rinnovamento astratto-concretista europea, poi, dalla seconda metà del 1947, Berti riesce, con quadri come “composizione verticale” e “simbolo”, a dare l’iniziale impostazione di una pittura già fuori dal limite pioneristico del primo astrattismo, del suprematismo, del costruttivismo come del concretismo. Pittura di NUOVA CLASSICITA’ che, per nuova dimensione contenutistica e formale, si trova in opposizione decisa alla vecchia classicità ancora componente di fondo malgrado a volte mascherature avanguardistiche, di tanta arte contemporanea figurativa o non figurativa.
Dal 1947 al 1950 Berti esegue opere di sempre più vasto motivo astratto-classico e si raggruppa con Brunetti, Monnini, Nativi e anche poi con Nuti, con gli amici pittori vicini a lui per idee e risultati artistici, firmando con loro nel 1950 il “MANIFESTO DELL’ASTRATTISMO CLASSICO”. Manifesto che teoricamente, e praticamente per le opere che propone, dà l’avvio ad un nuovo ciclo per l’Arte contemporanea: la fine della distruzione l’inizio della costruzione.